Un Nobel per Otto
- paoloporta68
- 6 dic 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 8 dic 2022
un tributo ad uno dei produttori più influenti di tutti i tempi
di Paolo Porta
tempo di lettura 2'
Quando si parla di icone del jazz e dello strumento che più di ogni altro ne è diventato l'emblema, probabilmente ci verrà alla mente un dettaglio ricorrente: Otto Link. Questo piccolo strumento che combina un design elegante con una straordinaria funzionalità, è diventato l'ingrediente irrinunciabile di un suono per oltre 80 anni di storia della musica. Sono innumerevoli i musicisti, soprattutto i tenoristi, che hanno adottato questo strumento, affascinati dall'indiscutibile bellezza e carattere e dalla sua semplice ma rivoluzionaria concezione.
Le imboccature Otto Link hanno attraversato l'intera storia della musica moderna fino ad oggi. Le poche variazioni che hanno subìto, hanno accompagnato le fasi più salienti dell'evoluzione del sassofono. Di certo l'endorsment dei più grandi esponenti del jazz e il conseguente desiderio di emulazione, l'illusione di identificarsi con i propri idoli suonando con la loro stessa strumentazione e forse una buona dose di feticismo hanno contribuito largamente alla massiva diffusione di queste imboccature.
In effetti gli Otto Link hanno persuaso soprattutto per la loro flessibilità. E' interessante notare come i grandi musicisti del passato pur avendo una scelta di strumentazione piuttosto ristretta, ma avendo tutti il culto di un suono distintivo e personale erano riconoscibili proprio per la loro “firma”.
Se paragonassimo i primi modelli Link, come il “Reso Chamber” in ebanite o il “4 stars” e il “Tone Master” in metallo , con gli attuali “Super” Tone Master e “Tone Edge” o le riedizioni “Vintage Tone Master”, “Florida” o “Slant Signature Tone Edge”, non noteremmo delle differenze estreme. ( Con le dovute differenze: certamente un Double Ring suona diversamente da un moderno STM e per ragioni che abbiamo discusso in un'altra sezione ) . Gli unici modelli che si discostano dalla linea tradizionale sono una non proprio esaltante produzione, datata tra il '79 e l'82 e l'RG , becco ispirato evidentemente al Larsen in ebanite. Si tratta del modello signature di Rocky Giglio, sassofonista e attuale presidente della JJ Babbitt Company ).

I fondatori della Otto Link - Babbitt Company , 1920 ca
Anche se ora il mercato offre un'ampia possibilità di scelta, legioni di sassofonisti in tutto il mondo continuano a scegliere Otto Link, vintage o moderni, per le stesse ragioni. Ne è la prova il fatto che la maggior parte dei produttori oggi riproduce fedelmente i becchi vintage o comunque si ispira evidentemente a quelli, realizzandone versioni leggermente più facili e potenti, anche se forse prive di quel “mojo”, di quell'affascinante “imperfezione”.
Sicuramente i Link non sono le imboccature più semplici e immediate - il loro fascino non esclude alcuni limiti - e vanno in qualche modo “domati”. Dal punto di vista del sassofonista tenore, quale io sono, i Link sono stati inevitabilmente l'iniziale riferimento. Il banco di prova sul quale si mette a fuoco la propria idea di suono guardando ai propri modelli. A mio parere posseggono un forte carattere che riserva la possibilità di catturare in una certa misura l'essenza di un suono tradizionale e al tempo stesso lasciano spazio per plasmare il proprio.
Giusto per citare alcuni giganti del tenore che hanno trascorso l'intera carriera ( o quasi ) soffiando dentro a un Link: Ben Webster, Eddie Lockjaw Davis, Sonny Stitt, Sonny Rollins, Dexter Gordon, John Coltrane, John Gilmore, Wayne Shorter, Charlie Rouse, Clifford Jordan, Johnny Griffin, Pharoah Sanders, Steve Grossman, Bob Berg, Jerry Bergonzi...fino alle figure di maggior spicco del tenorismo contemporaneo: Chris Potter, Chris Cheek, Seamus Blake, Mark Turner or Walter Smith III. Non si può negare l'unicità del suono di ciascuno di questi grandi sassofonisti. Al tempo stesso è possibile avvertire una tratto comune di fondo, un inconfondibile presenza che caratterizza il loro suono, accomunandoli e ponendoli nella stessa discendenza estetica.
La stessa cosa si potrebbe dire per un Rhodes 73, un Fender P, la Gibson Les Paul, un set round badge Gretsch, un Vox ac30 o un K Zildjan turco. Ci sono sicuramente strumenti “migliori” precisi e perfetti da un punto di vista dell'ergonomia, intonazione e della facilità di controllo e suonabilità ..pro e contro in entrambe i casi. Di sicuro questi strumenti hanno contribuito a stabilire un'estetica e in larga misura a condizionare il nostro gusto. Vale la pena almeno per un po' sperimentarne le possibilità.
Sotto un profilo tecnico, un Link acquistato in negozio, presumibilmente presenterà difetti e imperfezioni. Per quanto concerne la mia esperienza, nella maggior parte dei casi i STM prodotti dalla metà degli anni '50 fino al '73 ( di seguito denominati “Florida”, dal momento che lo stabilimento dell Link si trasferì a Pompano Beach, in Florida ) suonano e si suonano “meglio”. O quantomeno posseggono un certo non-so-che, anche quando gli strumenti di misurazione non promettono niente di buono. Non si può dire lo stesso a proposito della produzione più recente. Anche se la concezione è rimasta a grandi linee la stessa, la qualità del processo finale di finitura spesso è mediocre. A mio avviso però anche i becchi prodotti oggi, se opportunamente lavorati possono tenere testa ai predecessori. Un buon refacing o rettifica può rimuovere tutti i difetti congeniti: rails asimmetrici, squilibri del facing, piano non regolare ( la tavola anche sui modelli attuali continua ad essere concava ), eccesso di materiale sotto la tavola e sulle pareti laterali, irregolarità nel profilo del tip rail e nella superficie del tip e del baffle, angolo, altezza e profilo, etc. ( trovate ulteriori informazioni e foto di alcuni interventi su Otto Link di diverse epoche, nella sezione “Saxophone Mouthpieces” ). Anche il vostro Link “moderno” può diventare un “vero” Link, senza dover spendere cifre folli per un pezzo da museo.
Grazie a Otto e a Jesse. Senza di voi la nostra vita non sarebbe certo la stessa!
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